“L’ispirazione non puoi stare ad aspettarla. Devi inseguirla con un bastone?: scriveva Jack London descrivendo in questo modo il dramma che spesso si trova a vivere chi, armato delle migliori intenzioni, si accinge a cominciare una nuova opera autorale. Seduto davanti alla tastiera, però, ci accorgiamo di non sapere nemmeno lontanamente da che parte cominciare. “Cosa scrivere?” è la domanda annosa. Davanti alla pagina bianca (e lo abbiamo visto durante le nostre sedute di coaching) l’oceano senza fine delle possibilità rischia di paralizzarci, di svuotarci la mente e di impedirci di prendere una qualsiasi decisione di scrittura.
Abbiamo affrontato il problema del blocco dello scrittore in altri articoli. Con questo vogliamo puntare all?affinamento di ciò che dovrebbe diventare una nostra prerogativa di vita: cominciare a pensare la esistenza in maniera narrativa.
Questo è già un esercizio buono per allenare la nostra routine: Non calcoliamo il lavoro di scrittura a pagina, ma a ore (così faceva ad esempio Hemingway o racconta Murakami) sediamoci, mettiamo una sveglietta, facciamo partire il timer e scriviamo: telefono e ogni altro aggeggio silenziato, please. Alla fine di questa seduta di scrittura, quanto abbiamo scritto?
E se il problema è sul cosa scrivere, qua ci viene in aiuto Dave Eggers, un autore contemporaneo straordinario. Eggers ci viene in soccorso dandoci un primo suggerimento per cominciare a raffinare la nostra capacità di scrittura efficace. Ci dice: “Dovreste anzitutto scrivere la vostra storia perché un giorno morirete e senza la vostra storia sulla carta, gran parte di essa finirà dimenticata”. Cosa ci sta dicendo? Che per imparare a scrivere possiamo cominciare dalla nostra biografia (non è un caso che il suo bel romanzo d’esordio, “OPERA STRUGGENTE DI UN FORMIDABILE GENIO” lo sia). La scrittura può permetterci di articolare quella massa di momenti, ricordi, emozioni che fanno parte della nostra vita e di dar loro una forma, un ordine, una logica, persino un senso. E, grazie a questa operazione, chi scrive raggiunge una consapevolezza di sé più ricca e articolata.