Scrittura creativa

“Le città visibili”. Esercizi per la scrittura di un’ambientazione credibile (parte 1)

Possiamo raccontare un luogo con gli occhi di un altro. Oppure utilizzando semplicemente l’udito. Sono questi due esercizi di scrittura creativa pensati appositamente per la descrizione di un’ambientazione ricca ed evocativa.

Una volta stabilita la nostra storia, prima o dopo la scrittura dei personaggi, dobbiamo infatti pensare di collocarla in un’ambientazione specifica. Dal microcosmo in cui la storia si snoda (l’intimità delle mura domestiche), al macrocosmo della società, passando per i vari livelli di ambientazione (i luoghi abitati, la città, la nazione, eccetera), l’ambiente influenzerà ogni aspetto della vita dei nostri personaggi.

L’ambiente è infatti sempre interattivo, ciò significa che qualsiasi cosa i nostri personaggi faranno lo dovranno fare tenendo presente le regole del contesto. Se togliamo i nostri personaggi da quell’ambiente e lo riposizioniamo in un altro e nulla cambia, ciò significa che l’ambientazione che abbiamo costruito è probabilmente poco dettagliata e precisa. Pertanto, è fondamentale per noi caratterizzare l’ambientazione della nostra storia in modo più minuzioso possibile, poiché i luoghi in cui le storie sono ambientate devono evocare, già di per sé, un’atmosfera specifica. Pensiamo alla Dublino di Joyce, alla Lisbona di Pessoa, ma anche a quell’ermo colle che si erge, al di qua dell’infinito, nel borgo leopardiano. Le città e i luoghi diventano veri e propri personaggi che cominciamo a conoscere attraverso le storie che stiamo leggendo: le “cime tempestose”, “il mare” di Hemingway, la Praga misteriosa, la Roma borghese, l’affascinante Parigi, l’industriale Londra… ma anche “il Paese delle meraviglie” di Alice o il “Pianeta delle scimmie”.

Ma come si possono creare ambienti in maniera altrettanto efficace?

Un altro esercizio di scrittura creativa possibile è quello di prendersi un pomeriggio, o se possiamo una giornata, e raggiungere un luogo differente da quelli consueti (basta anche cambiare quartiere se viviamo in una grande città) per osservare e affinare, così, la nostra capacità descrittiva. Per raccontare i luoghi, i paesi, i paesaggi, possiamo difatti, anzitutto, attingere dalla nostra diretta esperienza. Fare fotografie o prendere appunti su un taccuino è sempre una buona idea in qualsiasi posto ci troviamo! Si sono documentati scrupolosamente, oppure hanno vissuto nel luogo prescelto, ad esempio, i romanzieri realisti dell’Ottocento, ma anche Milan Kundera o Ernest Hemingway, tra i sempre citati. C’è chi ha studiato la pianta catastale della città che voleva descrive, o chi, in epoca più moderna, potrebbe decidere di trascorrere le proprie su Google Street View!

Qualsiasi tecnica decidiamo di utilizzare, l’importante è che la nostra ambientazione sia però credibile. Dobbiamo infatti evitare incongruenze o passi falsi, e anche quando l’ambientazione è futuristica, il nostro compito è di renderla comunque credibile, magari utilizzando oggetti reali o strumenti il cui uso è facilmente intuibile.

Qualunque mondo, immaginario o reale che sia, deve comunicare non solamente una fredda spazialità, ma evocare suoni, odori, emozioni. Il lettore deve poter immagazzinare dettagli e sensazioni come se si trovasse lui stesso in quel luogo che invece sta scoprendo leggendo sfogliando le nostre pagine.

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About Valerio Carbone

Dottore di Ricerca Ph.D. in Filosofia e laureato in Psicologia clinica. Ha collaborato con l'Università degli Studi di Roma Tre e alla rivista accademica Consecutio Temporum. Diplomato al C.e.t. come autore di testi musicali, nel 2012 ha prodotto in collaborazione con lo studio SoundMakers e l'etichetta indipendente SubTerra il disco di canzoni inedite Wittgenstein-Haus. È ideatore del personaggio Fruitore Di Nonsense , protagonista di serate d'intrattenimento culturale, racconti e "stati mentali". Cofondatore nel 2010 di Edizioni Haiku, nel cui catalogo ha pubblicato il racconto d'avanguardia "La confusione chiara" (2010) tradotto anche in francese, spagnolo, portoghese e inglese, la silloge "Lode a Mishima e a Majakovskij" (2011, insieme a Flavio Carlini) e soprattutto "Il mercante d'acqua" (2015), romanzo di formazione di ambientazione distopica sci-fi che gli vale numerosi riconoscimenti a livello nazionale. È stato cofondatore e collaboratore della web-magazine b-Hop nel 2014. Dopo una serie di eventi teatrali, ha pubblicato nel 2017 la raccolta poetica "Ordalia. Trentatré liriche di rinascita" (Prospero Editore) e l'antologia di racconti "Il fantastico mondo di Fruitore Di Nonsense" (Edizioni Efesto). Ha partecipato e organizzato diverse iniziative di reading pubblici in tutta Italia. È stato membro del collettivo poetico A.s.m.a.

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