Uno degli obiettivi per una comunicazione efficace con i nostri lettori è dare loro qualcosa che vogliono in un modo che non si aspettano.
Dobbiamo quindi considerare che tipo di aspettative crea la nostra storia e imparare a sorprendere i lettori sulla base di esse. Per capire meglio questo concetto infiliamoci nell’enorme settore della narrativa di genere, quella che più spesso presta il fianco alle idee di “formula”, “stilema” o “stereotipo”: tutte cose che ci impediscono – teoricamente – di sorprendere un lettore navigato che ha già letto centinaia di pagine “sul genere”.
Cimentarsi con la narrativa di genere ci espone quindi a un doppio rischio: se da un lato i lettori vogliono essere sorpresi, dall’altro vogliono vedere rispettate quelle formule che costituiscono il genere. Come uscirne? Grazie all’interpretazione. Ogni genere ha i suoi sottogeneri, ognuno pregno della propria specifica “formula”. Mescolando con originalità i vari elementi dei sottogeneri potremo riuscire a interpretare gli stilemi secondo la nostra personale visione e creare qualcosa di originale, capace di stupire e appassionare anche il più avido lettore di genere.
Proseguiamo nel nostro esempio tirando in ballo il genere che pi? ha bisogno di sorprese e colpi di scena: il giallo e i suoi innumerevoli sottogeneri. Esaminiamo i principali tenendo conto che tali catalogazioni sono costrutite per comodità e che la buona scrittura non è mai troppo legata a incasellamenti rigidi e schemi fissi.
1. Giallo tradizionale
Viene commesso un crimine, generalmente un omicidio, e lo scopo della storia è risolvere il mistero. Spesso questo tipo di storie puntano a mettere alla prova le capacità “investigative” del lettore, o stimolare la sua naturale curiosità davanti al presentarsi di una situazione complessa e misteriosa da disvelare un passo alla volta. Gli elementi distintivi sono: il crimine, l’investigatore preposto a risolverlo (e le sue motivazioni), il criminale, il piano del malfattore (spesso la trama della storia ruota totalmente intorno allo “smontare” questo piano), i sospetti, gli indizi e infine la risoluzione.
Stilemi
Il protagonista generalmente possiede un forte senso di giustizia, qualunque sia la sua professione (poliziotto, investigatore privato, giornalista, avvocato, medico legale, ecc.). Spesso possiede delle capacità specifiche che lo contraddistinguono, talvolta caratterizzazioni che si impongono sulle storie, rendendo questo tipo dei personaggi dei veri e propri eroi dell’investigazione (Sherlock Holmes, Hercule Poirot, Francois Maigret, Salvo Montalbano, per fare alcuni esempi).
Il criminale possiede un’intelligenza particolarmente sviluppata, capace di creare un depistaggio intricato, sia che il suo crimine sia stato accidentale o premeditato. Mette tutte le sue abilità nell’obiettivo di sfuggire alla giustizia. Maggiormente la risoluzione è inaspettata e arguta, maggiormente il lettore è soddisfatto.
2. Noir
Il noir sposta l’attenzione principale dal mistero in sì alle motivazioni scatenanti della vicenda. Generalmente i personaggi hanno visioni del mondo diverse e queste confliggono nel creare il pathos attorno all’elemento misterioso, al crimine o misfatto. Spesso è uno strumento per interrogarsi sui temi della giustizia, della società, della libertà, dell’integrità, del potere e dell’esercizio della violenza. L’identità del criminale spesso non è nemmeno un mistero, a riprova del fatto che il focus di questo sottogenere varia molto rispetto al giallo tradizionale.
Stilemi
Il protagonista è spesso un duro, integro nelle sue convinzioni morali, anche qualora svolga una vita borderline. I protagonisti dei noir sono generalmente anti-eroi, raramente integrati nel tessuto sociale.
L’antagonista è di contro spesso ben integrato e riesce a farla franca sfruttando la sua conoscenza del tessuto sociale e dei suoi punti deboli, in questo modo orchestra i propri piani mantenendosi al sicuro e disvelando con la sua stessa esistenza, tutto quello contro cui il protagonista è chiamato a combattere.
La risoluzione della vicenda non è più legata al disvelamento del mistero quanto alle scelte etiche che il protagonista dovrà compiere nell’avvicinarsi all’antagonista e quanto queste influiranno sulla sua personalità. Si tratta di un tipo di letteratura più intimo e conflittuale, dove spesso il “bene” e il “male” hanno caratteristiche molto poco nette e sovente la scelta deve ricadere sul “male minore“.
3. Thriller
Il focus del thriller cambia nuovamente attorno all’evento misterioso: non è il mistero in sé o la sua risoluzione, nemmeno la critica sociale o psicologica quanto piuttosto la paura, le emozioni, l’ansia che il crimine o il criminale portano con sé, tanto che molto spesso questo genere sfocia nell’horror. Il thriller vuole mostrarci che viviamo in un mondo pericoloso, che siamo creature fragili e che esistono minacce nascoste che possono piombare su di noi improvvisamente.
Stilemi
Il protagonista cerca di sventare un crimine, o di impedire che una serie di crimini prosegua, o talvolta di restare vittima di un crimine. L’antagonista lo minaccia continuamente e vive una condizione di pericolo costante in un conflitto articolato che lo porta a confrontarsi con tutti i propri limiti umani. Limiti e debolezze che un buon antagonista da thriller impara a conoscere e sfruttare a suo vantaggio.
Ora che abbiamo studiato l’argomento non ci resta che mescolare stilemi e peculiarità per creare qualcosa di personale, unico e avvincente, capace di sorprendere anche il lettore di gialli più accanito!