Umberto Eco avrebbe dovuto intitolare il suo libro più famoso l’Abbazia del delitto. La scelta, alla fine, è però caduta su Il nome della rosa. “Per non dare risalto alla sola trama poliziesca?”(spiega lo stesso Eco nelle Postille dell’opera).
La verità è che scegliere il titolo per il nostro romanzo non è mai una cosa semplice. Spesso è anche una decisione che va presa all’ultimo. Molti editor e scrittori consigliano di non pensare al titolo finché il romanzo non è veramente concluso. O comunque di non affezionarsi troppo agli eventuali titoli provvisori che vengono via via utilizzati o risuonano nella nostra testa durante la stesura del lavoro.
Era il 1952 e in Italia stava uscendo un libro il cui titolo originale statunitense suonava The Catcher in the Rye. La prima traduzione scelta per il mercato nostrano del romanzo è stata: Vita da uomo. Quel libro, così con quel titolo (a onor del vero smaccatamente banale), vendette pochissime copie. Provate a scoprire qual è stato il titolo della seconda edizione e ripubblicazione di quello stesso testo già nel 1961?
La verità, però, è che il “titolo perfetto” non esiste.
E non è neppure detto che un romanzo abbia e possa avere uno e soltanto un titolo giusto. Come facciamo allora a scegliere un titolo adeguato per la nostra storia? Dobbiamo affidarci al nostro solo sentimento, ai nostri gusti personali? Oppure andare dietro alle mode del momento? Possiamo di certo cercarlo all?interno delle pagine del nostro romanzo, oppure nelle pagine di romanzi che ci hanno appassionato, o ancora tra i versi dei nostri poeti del cuore (e rendere così loro un gradito omaggio).
La cosa da tenere a mente è che un titolo efficace si caratterizza comunque per la sua brevità, la sua memorabilità, la sua coerenza al genere, una moderata originalità. Proprio come nel caso de Il giovane Holden.