Abbiamo il nostro protagonista, la situazione di partenza e il conflitto: la storia deve, a questo punto, prendere una nuova direzione, per non rischiare di annoiare. Con la dovuta astuzia si dovrà di nuovo operare in merito a un cambio di valori, creando alternanza tra emozioni positive e negative. Se si è passati da una situazione positiva a una negativa, adesso si hanno davanti più soluzioni: tornare in un?atmosfera positiva oppure rendere la situazione attuale da negativa a estremamente negativa.
Nel caso in cui si voglia ulteriormente peggiorare la situazione del nostro protagonista, dobbiamo stare attenti a non cadere nella ripetizione stantia degli eventi. Se nella nostra parabola discendente l’impatto emotivo è sempre lo stesso, sia esso positivo che negativo, perderà di efficacia a ogni utilizzo, facendo poi perdere l’interesse di chi legge. Osserviamo nel pratico.
Il nostro protagonista, dopo aver perso il lavoro, si ritrova a vivere per strada. Senza più un soldo in tasca, è costretto a uccidere per un pezzo di pane. In questo caso, anche se l’azione operata è stata decrescente, ovvero trasformare un evento negativo (la perdita del lavoro), in uno molto più negativo (l’omicidio per vivere), sortisce l’effetto sperato, perché la distanza etica tra le due cose è abissale e il lettore è ancora portato a empatizzare con il personaggio e il contesto.
Per farla breve, se il contrasto emozionale risulta estremamente grande, anche se i due eventi non risultano opposti (positivo/negativo), possono essere consequenziali. Se, al contrario, il passaggio da una situazione all?altra ha una progressione minima, avrà uno scarso interesse sui lettori.