“Story Concept”, “Subplot” e “Foreshadowing”: altri strumenti del mestiere

Il punto di partenza della nostra storia è definito “story concept”, ovvero l’idea complessiva che sintetizza la storia stessa. Lo “story concept” è però anche lo scopo della storia, ci? che la rende diversa dalle le altre, che la caratterizza.

Il tema della storia viene generalmente compendiato in una sola linea di testo. Pertanto, lo “story concept” dell’Amleto potrebbe suonare nella frase: “Il futuro re di Danimarca trovò se stesso nella ricerca dell’uomo che uccise suo padre”; mentre quello di una storia come Peter Pan sarebbe praticamente il seguente: “Il ragazzo che volò in un’isola fantastica perché non voleva crescere”.

È fondamentale definire l’obiettivo della nostra storia nonché la direzione della nostra trama, per meglio ragionare anche rispetto ad altri punti strutturali della scrittura.

Oltre alla trama principale, la maggior parte delle storie possiede infatti uno o più subplot, o sottotrame. Sono delle altre storie, delle storie “sotterranee”, parallele, che proseguono di fianco alla principale, spesso in uno spazio o in un tempo diverso da essa. Possono coinvolgere lo stesso protagonista oppure gli altri personaggi della storia; cos? come possono influenzare o meno la trama maggiore.
La funzione delle sottotrame è di creare una certa “tridimensionalità” della storia: ricordarci che mentre la vicenda principale va avanti, dall’altro lato del mondo, qualcos’altro sta accadendo.

J.R.R. Tolkien è un maestro in questo: riempire di sottotrame “Il signore degli Anelli” al fine di spiegare la sua ambientazione. Ci sono tantissime storie che scorrono in parallelo ma che aiutano a rendere pi? credibile Arda, il mondo fantastico che ha costruito (nonché più forte il patto narrativo con il lettore). Possiamo vederlo, con l’esempio del personaggio di Tom Bombadil, il quale ha una funzione fondamentale nel testo originale, ma nessunissima nella trasposizione cinematografica di Peter Jackson (che infatti non lo inserisce nemmeno).

Al medesimo modo, uno scrittore capace usa i cosiddetti foreshadowing, ovvero quei “semi” che si lasciano cadere all’interno della storia e che aiuteranno a risolvere, infine, il conflitto principale della trama (pensiamo alle indagini magistrali dello Sherlock Holmes di Conan Doyle).

Naturalmente tutti questi espedienti hanno efficacia e valore soltanto laddove si è accuratamente costruita, preliminarmente, una struttura narrativa valida.

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