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Il titolo vincente per il tuo romanzo: i grandi autori utilizzerebbero Titlescore?

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La piattaforma Lulu ha implementato al suo interno un test per valutare le “probabilità di successo” di un titolo per un’opera narrativa o di saggistica. Si chiama TITLESCORER.

Noi ne abbiamo trattato in varie risorse (articoli, video o podcast). Abbiamo ragionato sul modo di scegliere il titolo più efficace per la nostra opera, nel presupposto (non sempre edificante) che il nostro tempo vive di un linguaggio veloce, sintetico e facilmente evocativo. L’immagine di copertina e il titolo sono, non per caso, le prime due cose che saltano agli occhi di un lettore (o per meglio dire: di un acquirente di un libro).

La pertinenza di un titolo non risponde però solamente alle logiche del marketing, ma a quelle più ampie della comunicazione. Tra le caratteristiche di un titolo consigliato ve sono dunque alcune imprescindibili: come la brevità. Pensiamo al titolo originale de I viaggi di Gulliver scelto da Daniel Defoe: Travels into Several Remote Nations of the World. In Four Parts. By Lemuel Gulliver, First a Surgeon, and then a Captain of Several Ships, sono ben 24 parole (e non abbiamo citato quello del Robinson Crusoe, di addirittura 65!). Quale editore accorderebbe oggi per un titolo del genere?

In ogni caso, il titolo rispetta un?esigenza implicita di poeticità. E ha dunque la necessità di rappresentare un punto di vista sulla storia: sia esso il punto di vista del narratore, del protagonista o dell’antagonista. La coscienza di Zeno o Moby Dick sono esempi di questi ultimi. Oppure rappresenta il luogo in cui la vicenda della storia viene descritta (La fattoria degli animali, Morte a Venezia, Istanbul sono solo alcuni esempi).

Qualunque siano i parametri presi in considerazione, l’importanza del titolo è imprescindibile. Pensiamo soltanto ad alcuni romanzi o opere narrative magistrali del nostro tempo, e pensiamo ai loro primi titoli “sbagliati”:

  • Prime impressioni di Jane Austen? Orgoglio e pregiudizio.
  • Il cuoco di mare di Robert Louis Stevenson? L’isola del tesoro.
  • La balena di Hermann Melville? Moby Dick.
  • Giuda: una storia di Cristo di Joseph Sinkiewicz? Ben-Hur.
  • L’ultimo uomo d’Europa di George Orwell? 1984.
  • Il regno vicino al mare di Vladimir Nabokov? Lolita.
  • Gli uccelli e le api di Woody Allen? Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso (ma non avete osato chiedere).
  • Pansy di Margaret Mitchell? Via col vento.

Titlescorer o test affini a parte (che, diciamolo chiaramente, lasciano il tempo che trovano) l’importante rimane essere consapevoli dell’importanza del nome da dare alla nostra storia. Può fare la differenza.

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About Valerio Carbone

Dottore di Ricerca Ph.D. in Filosofia e laureato in Psicologia clinica. Ha collaborato con l'Università degli Studi di Roma Tre e alla rivista accademica Consecutio Temporum. Diplomato al C.e.t. come autore di testi musicali, nel 2012 ha prodotto in collaborazione con lo studio SoundMakers e l'etichetta indipendente SubTerra il disco di canzoni inedite Wittgenstein-Haus. È ideatore del personaggio Fruitore Di Nonsense , protagonista di serate d'intrattenimento culturale, racconti e "stati mentali". Cofondatore nel 2010 di Edizioni Haiku, nel cui catalogo ha pubblicato il racconto d'avanguardia "La confusione chiara" (2010) tradotto anche in francese, spagnolo, portoghese e inglese, la silloge "Lode a Mishima e a Majakovskij" (2011, insieme a Flavio Carlini) e soprattutto "Il mercante d'acqua" (2015), romanzo di formazione di ambientazione distopica sci-fi che gli vale numerosi riconoscimenti a livello nazionale. È stato cofondatore e collaboratore della web-magazine b-Hop nel 2014. Dopo una serie di eventi teatrali, ha pubblicato nel 2017 la raccolta poetica "Ordalia. Trentatré liriche di rinascita" (Prospero Editore) e l'antologia di racconti "Il fantastico mondo di Fruitore Di Nonsense" (Edizioni Efesto). Ha partecipato e organizzato diverse iniziative di reading pubblici in tutta Italia. È stato membro del collettivo poetico A.s.m.a.

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